lunedì 20 ottobre 2008

Quante mattine luminose ho visto
accarezzare le cime dei monti con occhio regale,
e baciare col volto dorato i prati verdeggianti,
con celeste alchimia mutare in oro il pallido
colore dei ruscelli, e consentire subito alle nuvole
più volgari di andare cavalcando in una trama
di nebbie fumiganti su quel viso
degno del paradiso; fino a celare al mondo desolato
la sua vera apparenza, che in vergogna fugge
verso il tramonto. Anche il mio sole un tempo
mi brillò sulla fronte di prima mattina
con luce trionfale; e però mi appartenne
ahimè soltanto un’ora, ché ora vi ha posto una maschera
il regno delle nuvole. E tuttavia per questo
non lo disdegna amore; anche i soli del mondo
si possono oscurare, se il sole del cielo si oscura.

W. Shakespeare - Sonnet XXXIII